Una esperienza indimenticabile quella avuta lo scorso gennaio da un gruppo di allievi del sesto, settimo e ottavo anno della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, invitati a tenere una tournèe in India dall’Ambasciata d’Italia e dal Consolato generale di Mumbai. I giovani talenti della Scala si sono esibiti il 24 gennaio a Mumbai, presso il National Centre for the Performing Arts, e il 28 gennaio a New Delhi, presso il Siri Fort Auditorium, interpretando Ipnos di Davide Bombana, con musiche di Riccardo Nova. Lo spettacolo era promosso anche dall’Indian Council for Cultural Relations ed è stato presentato per la prima volta a Milano al Piccolo Teatro nel 2008.
Dietro le quinte di questa prestigiosa tournèe che fa conoscere sempre più il nome della Scala all’estero, c’è Frederich Olivieri, considerato attualmente una delle figure più importanti della Scala di Milano. Il maestro rappresenta un punto di riferimento molto importante nel panorama internazionale, per quanto riguarda la formazione di giovani talenti. Dopo essere stato direttore della compagnia dal 2003 è diventato direttore della Scuola di Ballo dell’Accademia nel 2006 subentrando ad Annamaria Prina. Ogni anno davanti ai suoi occhi, passano centinaia di giovani che tentano di intraprendere la dura carriera del ballerino, attraverso durissime selezioni.
Olivieri quanti sono attualmente i giovani che seguono i corsi della Scuola di Ballo, organizzati dall’Accademia di Arti e Mestieri della Scala?
Quest’anno sono 194 i giovani selezionati che frequentano i corsi della durata di otto anni, previsti dalla Scuola di Ballo per la formazione della carriera di ballerino. Oltre a questi ci sono 150 piccolissime ballerine che frequentano i corsi della propedeutica, senza contare poi i 50 insegnanti che entrano in Accademia per seguire i nostri corsi di formazione che da quest’anno sono anche on line. Ogni anno, in occasione del bando di concorso, si presentano alle selezioni circa 600 aspiranti allievi che vanno dai 10 ai 17 anni e che provengono da tutta Italia. Di questi 600, ne prendiamo una cinquantina dei quali circa una ventina accedono ai primi corsi.
Oggi la danza è molto più conosciuta di una volta anche a livello popolare, grazie a note trasmissioni televisive e talent show che rendono più accattivante questa carriera tra i giovani desiderosi di successo. Lei cosa consiglia ai ragazzi che desiderano cominciare a intraprendere lo studio della danza?
Per quanto ci riguarda non ho riscontrato un aumento dei giovani che si presentano qui da noi. Sono sempre stati tantissimi e la selezione è sempre molto severa. Penso però sia necessario fare una distinzione molto precisa tra quanti intendono studiare danza a livello amatoriale e quanti invece in modo professionale. Non bisogna illudere nessuno e soprattutto non si può pensare che studiare danza una o due volte alla settimana, possa portare un giovane a diventare poi un professionista.
Per arrivare a questo livello bisogna studiare tutti i giorni, e la Scuola di Ballo della Scala guarda soprattutto alla qualità. Per questo ai giovani dico che ci vuole molta pazienza, una grande continuità nell’impegno di poter poi imparare la tecnica necessaria per interpretare poi determinati ruoli. E’ necessario avere una grande passione e soprattutto non devono pensare al successo immediato, il percorso da fare è molto lungo e non si possono bruciare le tappe.
Il momento dell’esibizione è molto importante per un giovane ballerino. Quali sono i prossimi spettacoli della Scuola di Ballo?
Stiamo preparando con gli allievi tre balletti, gli spettatori milanesi potranno vedere esibire tutti i nostri allievi al Teatro Strehler dal 25 al 27 marzo.
Dopo la presentazione della scuola che danzerà su un concerto di Mozart, quest’anno i ragazzi si cimenteranno con tre coreografi molto importanti nel panorama della danza classica e contemporanea: Gorge Balanchine, William Forsyte e Angelin Preljocaj. Del primo, dopo avere proposto l’anno scorso “Who cares?” presenteremo “Tema e variazioni” su musiche di Ciakowski e i ragazzi saranno preparati per la presentazione delle varie coreografie in programma da Aaron Watkin, Silvia Bidegain e Nanette Glushak
Aaron Watkin, che è stato direttore del Ballet Dresden monterà con i ragazzi “The Vertiginous Thrill of Exactitude” creazione di William Forsythe; Silvia Bidegain, ballerina del Ballet Preljocaj, oggi maître de “Ballet contemporain del Junior Ballet del Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi”, preparerà con loro “Larmes blanches” di Angelin Preljocaj e Nanette Glushak, nel New York City Ballet di Balanchine sin da quando aveva 16 anni, oggi direttrice del Ballet du Capitole, sarà la loro prepratrice per “Tema e variazioni” di George Balanchine.
Questi balletti, a parte la presentazione iniziale, saranno presentati in anteprima il 12 marzo al Teatro Ponchielli di Cremona, in aprile a Treviso e a giugno a Firenze e al Festival di Acqui Terme.
Lei è stato ballerino, coreografo, direttore di compagnia e ora direttore di una delle più prestigiose scuole di ballo del mondo. Si ritiene soddisfatto o ha ancora qualche sogno nel cassetto?
Sì sono fortunato, perché ho veramente completato un ciclo di lavoro e un percorso cominciato a 15 anni quando ho vinto il Premio di Losanna. Poi sono diventato un etoile, un coreografo,un direttore e ora lavoro nella formazione. Per insegnare ci vuole una grande generosità e il mio obiettivo principale è quello di dare a questi ragazzi gli strumenti necessari per diventare dei ballerini professionisti offrendo tutta la mia esperienza e le conoscenze che ho acquisito, ma soprattutto mi interessa che siano sani, felici e che vivano anche una sana competizione. Un sogno nel cassetto però ce l’ho ancora ed è quello di avere una struttura più grande,una Scuola di Ballo della Scala con spazi più adeguati alle necessità di formazione per l’insegnamento della tecnica accademica. In effetti, rispetto alle altre importanti scuole di danza internazionali come Parigi o Londra, noi abbiamo spazi più ridotti. Però il progetto per una nuova struttura già esiste e speriamo di vederlo realizzato prima possibile.
Se non si fosse dedicato alla danza cosa quale altro lavoro avrebbe fatto?
Penso il musicista, per la precisione il percussionista, in realtà la mia prima passione è stata la musica e infatti avevo cominciato a studiare al Conservatorio tutti gli strumenti a percussione. E poi in famiglia si suonava, mio fratello era sassofonista. Sì, sicuramente sarei entrato nel mondo della musica anche se, con la danza, ho realizzato in qualche modo anche questa mia aspirazione.
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